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Ebraismo

11. Il giudaismo oggi

a cura della dott.sa Francesca Merlo

Gli ebrei vivono in diaspora da duemila anni: per forza di cose, al suo interno si sono formati gruppi etnico-culturali diversi, a seconda dei territori e degli stati da loro abitati, o con cui sono venuti a contatto. Il popolo ebraico attualmente ha due componenti maggiori: gli Ashkenaziti e i Sefarditi. Gli Ashkenaziti provengono dalla Germania (Ashkenaz significa Germania) e da altri paesi eurocentrali; in seguito si sono trasferiti in Polonia e URSS. Questo gruppo ha sviluppato la lingua yiddish yiddish (una lingua o dialetto ebraico-tedesco, attualmente parlato da numerose comunità in tutto il mondo, con fonemi germanici ma scritto con i caratteri dell’alfabeto ebraico) e ha prodotto una ricca cultura artistica, letteraria e musicale.
I Sefarditi provengono invece dalla Spagna (Sepharad) e qui hanno elaborato una lingua di tipo ladino, popolare, allacciando stretti rapporti col mondo musulmano per lo meno fino all’espulsione del 1492.
Tuttavia il fatto di discendere da questo o quel gruppo etno-culturale non ha oggi molta importanza: anche se costumi ed elementi del culto differiscono, le credenze e le pratiche religiose fondamentali sono le stesse. Nei paesi in cui gli ebrei sono numerosi, vi sono sinagoghe separate per Ashkenaziti e Sefarditi, ma dove la comunità è piccola essi si riuniscono assieme in una sola sinagoga.

È quindi più significativo fare riferimento alle differenze politico-religiose; in questo senso le correnti principali sono tre: riformismo, ortodossia e conservatorismo, tutte radicate nel giudaismo rabbinico - talmudico.

Il giudaismo liberale o riformato nacque nella Germania illuminista del XIX secolo e si diffuse soprattutto negli USA; cerca di ripensare il giudaismo in termini attuali.
Per i riformisti la Torah viene da Dio, ma non va presa alla lettera, bensì interpretata secondo i generi letterari.
Essi ritengono che la rivelazione sia in progressione lungo i secoli e si preoccupano di cercare un rapporto col mondo moderno e con le altre religioni. Secondo l’insegnamento dei profeti, ritengono più importante vivere nell’onestà e praticare la giustizia che seguire la legge rituale.
Nel culto i riformati adottano la lingua corrente, abbreviano e modernizzano le funzioni religiose; nel 1970 hanno istituito il rabbinato femminile; nel campo della morale cercano di integrarsi con la cultura in cui vivono.
I riformati coltivano uno spirito universale ed orientano il giudaismo più sulla linea religiosa che su quella politica, a differenza degli altri giudei che tengono viva la speranza di un ritorno nazionale.

Il ramo più giovane di questa corrente è il Ricostruzionismo, che considera la religione solo un fenomeno culturale.

Secondo stime numeriche che hanno ampie variabili dovute a difficoltà obiettive di valutazione, nel 1991 la popolazione ebraica nel mondo era di circa 14 milioni, così suddivisi:

(da http://www.corsodireligione.it/religioni/ebraismo/ebr_220.htm )

Secondo le regole interne della tradizione ebraica, ebreo è colui che nasce da madre ebrea o che si converte all’ebraismo, accettandone la disciplina religiosa.
La condizione ebraica dunque non si identifica con l’appartenenza religiosa, ma è piuttosto l’appartenenza a una comunità etnica che si riconosce in una storia comune. Parecchi ebrei oggi sono atei ma accettano, in gradi diversi, le idee fondamentali o i modelli di comportamento prescritti dalla tradizione.

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