Testo

Abaco (gr. ἄβαξ). Elemento architettonico che conclude il capitello (gr. ἐπίθεμα), di forma quadrata (ordine dorico) o rettangolare (ordine ionico), e sul quale poggia l’architrave (gr. ἐπιστύλιον); nell’ordine ionico il bordo è decorato da una modanatura liscia o scolpita.

Acanto (gr. ἄκᾰνθος). Motivo decorativo ispirato a una pianta diffusa nella zona mediterranea, le cui larghe foglie frastagliate caratterizzano i capitelli corinzio e composito. Variazioni di questo tema ornamentale si ritrovano in altri elementi architettonici come acroteri e fregi.

Acropoli (gr. ἀκρόπολις). La parte più alta e fortificata di una città greca, dove hanno sede i principali edifici religiosi.Vedi modello con veduta da sud-ovest

Acroterio (gr. ἀκρωτήριον). Elemento ornamentale che corona la sommità e le estremità del frontone (gr. ἀέτωμα) del tempio greco o di altri monumenti antichi; è costituito da una decorazione vegetale o da un motivo scolpito.Vedi un Acroterio a disco - terracotta VI sec. a.C., dal Museo dei Campi Flegrei

Agorá (gr. ἀγορά). Piazza pubblica, spesso porticata, centro della vita politica ed economica della città greca (vi si svolgevano le riunioni dell’assemblea e vi si trovavano edifici pubblici e amministrativi, ma anche religiosi); dal V secolo a.C., sulla funzione civile e religiosa sembra prevalere quella commerciale, e la piazza diviene luogo di mercato, tanto che nel periodo ellenistico si distinguono un’agorá commerciale e una politica. Vedi l'Agorā di Morgantina

Alàbastron (gr. ἀλάβαστρον). Piccolo vaso per profumi, dalla forma allungata e senza piede. Alabastron dal MANN sezione egizia

Anfora (gr. ἀμφορεύς). Grande recipiente di forma ovoidale e dalla stretta apertura, a due anse verticali, usato per trasportare, conservare e versare liquidi come vino e olio. Anfora protoattica raffigurante Polifemo accecato da Ulisse e i suoi compagni, 7° secolo a.C.. In basso scena di Perseo e Medusa

Antefissa. (καλυτττήρ - άνθεμωτός) Nei templi, ornamento in pietra scolpita o in terracotta dipinta, collocato lungo la linea di gronda dei tetti. Antefissa - Terracotta I sec.d.C. da Boscoreale

Architrave. (ἔμβολος - ἐπιστύλιον - ὑπερθύριον) Chiamata anche epistilio, corrisponde all’elemento inferiore della trabeazione poggiante direttamente sui capitelli delle colonne. Architrave con dedica votiva "I Teotadai (dedicarono) agli dei Augusti e agli dei della fratria

Arula. Piccolo altare decorato da rilievi sulla faccia anteriore ma, talvolta, su tutti e quattro i lati. Arula di C. Pomponius Xystus e C. Pomponius Agon

Aryballos (gr. ἀρύβαλλος). Piccolo contenitore panciuto per profumi e unguenti, solitamente privo di piede e con una sola ansa. Oinochoe e Ariballo dal Neues Museum, Berlino

Basilica paleocristiana. Edificio di culto ispirato alla tipologia della basilica romana (questa era però destinata all’amministrazione della giustizia e al mercato), è il luogo di riunione della comunità religiosa che assiste alla liturgia (chiesa deriva da «ecclesia»: comunità, riunione). Si differenzia inoltre dal tempio antico, spazio consacrato alla divinità da cui i fedeli erano esclusi. Di pianta solitamente rettangolare che era divisa in tre o cinque navate da file di colonne architravate o sormontate da archi, presenta gli ingressi non più sui lati lunghi come nella basilica romana, ma nel lato corto della sala, contrapposto alla parte terminale riservata al clero (presbiterio). Messene, la Basilica

Capitello. (gr. ἐπίθεμα) Elemento architettonico che conclude la colonna (gr. στῦλος) ponendosi sopra il fusto, e sul quale poggia la trabeazione (gr. κοσμητής) o si imposta l’arco; a seconda dell’ordine architettonico assume forme diverse. Capitello corinzio e le sue parti

Cariàtide. (gr. Κᾰρῠᾶτις) Termine derivante dalle donne di Carie, ridotte in schiavitù dagli ateniesi e raffigurate in funzione di colonne nell’Eretteo sull’Acropoli di Atene. Per estensione indica ogni figura scolpita, generalmente femminile, utilizzata, in luogo di colonna o di pilastro, come elemento di sostegno di membrature architettoniche. Tale nome è spesso erroneamente attribuito ad analoghe figure maschili (telamoni o atlanti) e a figure sorreggenti canestri sul capo (canefore). Cariatide dei piccoli propilei, da Eleusi

Centauromachia. (gr. Κενταυρομᾰχία) Tema iconografico ricorrente nell’arte greca: il combattimento fra Centauri, esseri mostruosi metà uomini e metà cavalli, e Lapiti, popolo della Tessaglia, avvenuto durante la festa per le nozze di Piritoo, eroe tessalo, con Ippodamia; secondo il mito la lotta venne scatenata dal tentativo di uno dei Centauri, Eurito (o Eurizione), di violentare Ippodamia, e si concluse con la cacciata dei Centauri dalla Tessaglia. Centauromachia dai Musei Vaticani

Colonna. (gr. στῦλος) Struttura verticale di sostegno, generalmente di sezione circolare, realizzata in legno ma più spesso in pietra. Poggia, tranne che nell’ordine dorico (gr. Δωριακός), sul plinto, lastra di pietra posta sopra la base del tempio (crepidoma). La colonna è composta dal fusto, che è costituito da un unico pezzo (monolitica) oppure da diversi elementi cilindrici sovrapposti (rocchi); il fusto può essere liscio o presentare scanalature rettilinee, divise da spigoli vivi nell’ordine dorico, da listelli in quelli ionico (gr. Ἰωνικός) e corinzio (gr. Κορίνθιος); può inoltre avere «éntasis (gr. ἔντᾰσις)», cioè un rigonfiamento a circa un terzo dell’altezza che gli conferisce un aspetto più morbido ed elastico, dando l’impressione dello sforzo necessario per reggere il peso della struttura (in greco «éntasis» significa tensione). La colonna, la cui formava restringendosi verso l’alto (rastrematura), tanto che il diametro della base (imoscapo) risulta minore di quello superiore (sommoscapo), si conclude con il capitello. Colonna delle Danzatrici, da Delfi. Vedi anche Colonna Ionica e le sue parti e Colonna Dorica e le sue parti

Cratere. (gr. κρᾱτήρ) Vaso di grandi dimensioni, con larga imboccatura e due anse, destinato a contenere vino mescolato ad acqua che viene servito nei banchetti; può avere diverse forme: a colonnette, a volute, a campana, a calice ecc.. Cratere a volute apulo a figure rosse inv. 194769 - Andromeda, legata ai ceppi, č offerta in sacrificio al ketos (mostro marino) che verrā ucciso da Perseo, raffigurato a destra in colloquio con Cefeo, padre della fanciulla, destinata a diventare sposa dell'eroe. 410-400a.C. Giā al J. Paul Getty Museum, Malibu

Dino. (gr. Δίνος). Cratere di forma globulare, privo di anse, che si posava su un sostegno di terracotta o di metallo. Vedi Immagine

Dentelli. Elementi decorativi della trabeazione ionica posti al di sopra del fregio; hanno forma di parallelepipedi sporgenti e simulano le estremità dei travi orizzontali di un soffitto.

Dromos. (gr. δρόμος) Corridoio scoperto che conduce a un monumento funebre. Dromos della Sibilla, Campi Flegrei

Echino. (gr. ἐχίνος) Parte inferiore del capitello che raccorda il fusto della colonna e l’abaco; nell’ordine dorico ha la forma di un cuscino schiacciato, in quello ionico presenta un profilo curvilineo.

Edicola. (gr. νᾱΐσκος) Struttura architettonica a forma di tempietto che ospita una statua. Indica inoltre l’incorniciatura di un vano, realizzata da due piccole colonne o pilastri a sostegno di un frontone o di una cuspide. Vedi Edicola votiva da Lisbona

Erma. (gr. Ἑρμῆς) Pilastro che è sormontato da una testa barbata e presenta scolpiti sulla faccia anteriore organi genitali maschili; nel mondo greco l’erma, posta ai crocicchi, raffigurava Hermes. Erma itifallica e panneggiata, in marmo pavonazzetto, dal Mann

Esedra. (gr. ἐξέδρα) Ambiente, generalmente a forma di emiciclo e comprendente un sedile su basamento a gradini, che poteva essere utilizzato per la presentazione di statue; presente in edifici pubblici e privati, spesso a colonne o porticata, era aperta su un lato. Il termine esedra viene anche utilizzato per indicare una disposizione planimetrica a semicerchio. Esedra da Thera

Fittile. (gr. κεραμεοῦς - χυτρεοῦς) Aggettivo derivante dal latino «fingere» (plasmare), significa fatto di argilla e viene usato di frequente per manufatti e oggetti in terracotta. Vasetto fittile configurato a maschera, dal Mann.

Frontone. (gr. ἀετός) Coronamento triangolare dei lati minori del tempio greco, è composto dalla cornice, lungo gli spioventi del tetto, e dal timpano, spesso ornato da bassori-lievi o sculture; nella parte inferiore il frontone è limitato dalla trabeazione (gr. κοσμητής). Berlino Museo di Pergamo fregi dell'altare di Mileto .

Gigantomachia. (gr. Γιγαντομαχία) Tema iconografico frequente soprattutto nell’ornamento dei frontoni dei templi, rappresenta la leggendaria guerra tra gli dei dell’Olimpo e i Giganti, figli della Terra (gr. Γαῖα), esseri enormi dalla forza smisurata. Scena di Gigantomachia da Corinto.

Girale. (gr. ἕλιξ) Motivo decorativo raffigurante elementi vegetali, quali foglie d’acanto (gr. ἄκᾰνθος) o tralci di vite, svolgentisi in forma di voluta. Particolare di capitello con girali, da Epidauro.

Glittica. Arte di lavorare a rilievo e intagliare pietre preziose, semi preziose o gemme, pietre dure e oggetti fatti in pasta vitrea. Vedi la collezione Farnese e successive pagine.

Gocce. (gr. στάγες) Elementi ornamentali a forma di piccoli cilindri simulanti cavicchi di legno, che decorano, nello stile dorico, i triglifi nell’architrave e la parte inferiore del gocciolatoio.

Gocciolatoio. Cornice fortemente aggettante che forma il coronamento della trabeazione, proteggendola.

Gorgoneo. (gr. Γοργόνειος) Maschera in terracotta o pietra con il volto della Gorgone dipinto o scolpito; aveva funzione apotropaica. Tazza Farnese, Gorgoneo, dal MANN.

Hydria. (gr. ὑδρία). Vaso a tre anse (una verticale e due orizzontali) utilizzato per attingere e trasportare acqua. Idria, da Thera.

Ilioupérsis. (gr. Ἰλίου πέρσις) Tema iconografico, presente ad esempio nella pittura vascolare greca, che illustra la caduta e il sacco di Troia. Leggi l'opera

Ipogeo. (gr. ὑπόγειος) Monumento funerario sotterraneo. Cariatide dall'Ipogeo delle Cariatidi di Vaste., Vedi anche la pagina dedicata.

Ipostilo. (gr. ὑπόστυλος) Aggettivo riferito a edificio o ambiente a soffitto piano sorretto da colonne.

Kàntharos. (gr. κάνθαρος), Coppa a due anse verticali e con alto piede, in origine probabilmente metallica, utilizzata per bere. Cantaro.

Kyàthos (gr. Κύαϑος) Tazza a una sola ansa verticale che oltrepassa l’orlo. Kyathos, dall'Altes Museum Berlino.

Kýlix. (gr. κυλικίς) Coppa bassa e larga con alto piede e due anse orizzontali. 2 Kylix e una brocca, dall'Altes Museum Berlino.

Kóre. κόρη Statua femminile arcaica, rappresentata in piedi e sempre vestita. Divinitā tipo Kore eleusina, dalla collezione Farnese del MANN.

Koùros. κοῦρος Statua maschile arcaica, raffigurata in piedi e nuda. Kouros trovato a Sounion risalente al 600 a.C..

Lékythos. (gr. λήκυθος) Piccolo vaso da profumo per usi funerari, di forma cilindrica, a un’ansa e dal collo piuttosto stretto. Vedi Lekythos dal Neues Museum di Berlino.

Loutróphoros. (gr. λουτροφόρος) Vaso di forma allungata a due anse, riservato alle cerimomie matrimoniali e funerarie. Vedi Loutrophoros dal Museo di Taranto.

Modulo. (gr. ἐμβάτης) Unità di misura convenzionale utilizzata per la realizzazione, secondo una regola di proporzionalità e armonia, di un edificio o di una scultura. Nel tempio classico può essere il diametro della colonna o la misura del triglifo, nella scultura una parte del corpo (ad esempio la testa).

Mosaico. (gr. μούσωσις) Rivestimento decorativo di pavimenti o pareti composto da frammenti di marmo o cubetti in pietra o in pasta vitrea (tessere) di differenti colori, disposti sopra una base di malta a formare un motivo ornamentale. I mosaici greci più antichi (V- IV secolo a.C.) furono realizzati con ciotoli, mentre solo nel III a.C. compare l’uso delle tessere, sviluppato durante il periodo ellenistico (opus tessellatum); dal II a.C. si utilizzano tessere molto piccole (opus vermiculatum). Vedi Mosaico di Dioniso dal Museo Romano-germanico di Colonia.

Mùtulo. Elemento architettonico a forma di tavoletta decorata da tre file di piccole sporgenze cilindriche (gocce), aggettante al di sotto del gocciolatoio solo nell’ordine dorico.

Ninfeo. (gr. νυμφαῖος) Termine che anticamente designava un luogo o un tempio consacrato alle Ninfe; per estensione, a partire dall’età ellenistica e romana, indica costruzioni monumentali contenenti fontane, ornate da nicchie o colonne.Ninfeo da Oimpia e ricostruzione

Odéion. (gr. ᾠδεῖον) Edificio coperto, simile a un piccolo teatro, riservato ai concerti musicali. Odeon di Pafos, Cipro

Oikós. (gr. οἶκος) Ogni costruzione di piccole dimensioni o la sala principale di un’abitazione; Indica anche un edificio religioso che, nel santuario, serviva da luogo di riunione o per lo svolgimento di banchetti rituali.

Oinochóe (gr. οἰνοχόη) Brocca a bocca trilobata e con un’ansa verticale che supera di poco l’orlo; usata per attingere il vino dal cratere e versarlo nelle coppe. Oinochoe e un piccolo Ariballo, dal Neues Museum di Berlino.

Ólpe. (gr. ὄλπη) Brocca per il vino di forma allungata, con bocca per lo più circolare. Olpe dal Museo di Eleusi.

Orcio. (gr. κέραμος) Vaso utilizzato sia per trasportare sia per versare liquidi. Orcio con Euristeo che si nasconde, dal Museo di Delfi.

Ordine. (gr. τέχνη) Ciascuno degli stili di costruzione dell’architettura antica, distinti dalla struttura e dalla decorazione dei diversi elementi che costituiscono il tempio. Gli ordini dorico (diffusosi nel Peloponneso, in Sicilia e in Magna Grecia) e ionico (sviluppato soprattutto nelle colonie ioniche dell’Asia Minore) compaiono dal VII secolo a.C.; quello corinzio nasce verso la fine del V a.C., come evoluzione dello ionico. Il dorico si distingue per l’aspetto più massiccio e sobrio del tempio: le colonne poggiano direttamente sullo stilobate, al contrario di quelle ioniche e corinzie che hanno sempre una base; la colonna risulta meno slanciata e il capitello, privo di volute ornamentali o foglie d’acanto, è caratterizzato dalla semplice sovrapposizione dell’echino e dell’abaco; nella trabeazione, l’architrave è costituita da un unico blocco di pietra liscia, non divisa in tre fasce aggettanti come negli ordini ionico e corinzio; il fregio presenta una successione regolare di métope e triglifi, mentre negli altri due ordini è continuo.

Ovuli. Decorazione scolpita o dipinta a forma d’uovo, tipica del capitello ionico.

Palmetta. (gr. φοινῑκίδιον) Ornamento ispirato al motivo vegetale della foglia di palma, costituito da un nucleo triangolare da cui si sviluppano foglie più o meno stilizzate. Antefissa nimbata a palmetta rovescia - terzo quarto VI sec. a.C., dal Museo dei Campi Flegrei.

Pàtera. (gr. φιάλη) Recipiente di forma bassa e rotonda per le libagioni sacrificali. Patera raffigurante il mito di Perseo, dal Museo di Lisbona.

Peliké. (gr. Πελίκη) Tipologia di anfora panciuta e dall’imboccatura un po’ stretta. Peliké raffiugurante una Sirena, dall'Altes Museum di Berlino.

Peristasi. (gr. Περίστασις) Nel tempio periptero, la fila di colonne che lo circonda sui quattro lati. Tempio Periptero.

Pínax. (gr. Πίναξ) Rilievi decorati con scene relative al mito di Persefone.Orfeo ed Euridice di fronte ad Ade e Persefone.

Pìsside o pyxís. (gr. Πυξίς) Piccola scatola cilindrica o sferica, spesso in terracotta, dotata di coperchio. Pisside dal Museo di Nauplia.

Píthos. (gr. Πίθος) Giara in terracotta di grandi dimensioni, non decorata e per metà interrata, in cui si conservavano provviste (liquidi, grano ecc.). Pitos dal Museo di Thera.

Pólis. (gr. πόλις) La città greca, costituita da una rocca (acropoli) e da una città bassa al cui centro si trova una piazza principale (agorá) dove convergono le vie più importanti; nel V secolo a.C. si diffonde uno schema urbanistico a scacchiera legato al nome di Ippodamo di Mileto (pianta ippodamea). Polis.

Propilei. (gr. προπύλαιος) Ingresso monumentale di un santuario, di un palazzo o di un’acropoli, costituito generalmente da un colonnato attraverso il quale è possibile accedere a una o più porte. Eleusi, Grandi Propilei.

Psyktér. (gr. ψυκτήρ) Piccolo cratere a forma di trottola che, riempito di acqua gelida o neve, veniva introdotto in un contenitore da vino più grande per rinfrescarne il liquido (v. disegno). Psykter dal Louvre.

Pulvino. (gr. πούλβινον) Elemento architettonico a forma di tronco di piramide rovesciato, variamente decorato, posto tra capitello e imposta dell’arco nelle chiese bizantine.

Rythón. (gr. ῥῠτόν) Coppa per libagioni terminante a forma di animale o senza possibilità di appoggio. Rhyton dai Musei Capitolini.

Sacello. (gr. νᾱός) Piccolo edificio di culto cristiano, si presenta come un tempietto o una piccola cappella votiva; può anche far parte di una chiesa maggiore. Sacello dal Museo di Taranto.

Sima. (gr. παραετίς) Grondaia posta a coronamento della trabeazione, al di sopra del gocciolatoio, che è solitamente ornata da un motivo vegetale. Sima con sfingi e dio Bes, dal Museo MANN sezione egizia.

Skýphos. (gr. σκύϕος) Specie di bicchiere o scodella a due anse orizzontali. Skyphos, da una mostra temporanea al MANN.

Stámnos. (gr. στάμνος) Cratere di forma ovoidale con due anse laterali orizzontali. Stamnos con scena di sacrificio dei Toiani catturati, Altes Museum Berlino.

Stoà. (gr. στοά) Galleria che presenta uno dei lati lunghi costituito da un portico aperto, mentre l’altro è chiuso da un muro. Stoā di Attalo, Atene.

Teatro. (gr. θέᾱτρον) Edificio all’aperto destinato alla rappresentazione di tragedie e commedie. È composto da tre parti: la cavea, gradinata semicircolare su cui siede il pubblico, divisa in settori (cunei) e percorribile orizzontalmente («diàzoma»); l’orchestra, posta davanti alla cavea e destinata al coro, può avere forma semicircolare o circolare; la scena, struttura architettonica che chiude sul fondo il palcoscenico («proskénion» o «logéion»), separato dalla cavea da due passaggi («pàrodoi»). Questa tipologia viene definita nel IV secolo a.C. con la costruzione dei primi teatri in pietra. Teatro, Morgantina.

Témenos. (gr. τέμενος) Zona consacrata a una divinità. Temenos di Eracle, Messene.

Tempio. (gr. νᾱός) Edificio religioso, in origine a struttura lignea o in mattoni, non destinato allo svolgimento di riti o liturgie ma concepito come casa del dio, il cui simulacro era conservato all’interno, nella cella (nàos). A questo semplice ambiente rettangolare, spesso diviso da una o due file di colonne, si accede attraverso un atrio coperto con colonne (pronao). Nella parte posteriore si trova un vano (opistódomo) simmetrico al prònao e isolato dalla cella. Un colonnato eretto su un basamento (stilòbate), cui si accede mediante tre o più gradoni (crepidoma), circonda la cella da ogni lato (peristilio) e sorregge un’architrave. La classificazione dei templi è determinata dal numero e dalla disposizione delle colonne rispetto alla cella: in antis quando presenta due colonne fra i prolungamenti dei lati lunghi della cella e due pilastri (ante) alle estremità dei muri; prostilo quando ha una sola fila di colonne sul lato d’ingresso della cella; anfiprostilo se ha una fila di quattro colonne sia davanti all’ingresso della cella sia sul lato posteriore; periptero se una fila continua di colonne circonda la cella; diptero se presenta una doppia fila di colonne intorno alla cella; monoptero quando ha pianta circolare ed è circondato da una fila di colonne; ipetrale quando presenta un cortile scoperto in luogo della cella. A seconda del numero delle colonne (gr. στήλης) della facciata il tempio si definisce inoltre: tetrastilo (quattro colonne), esastilo (sei colonne), ottastilo (otto colonne). Tempio di Apollo, Delfi. Per la struttura dei templi vedi il Glossario

Terme. (gr. θέρμη) Edifici che ospitavano i bagni pubblici, modesti in epoca greca, molto più diffusi durante l’età imperiale romana. Prevedevano un vestibolo, lo spogliatoio (apodyterium), una successione di ambienti per bagni freddi (frigidarium), tiepidi (tepidarium) e caldi (calidarium), e per la traspirazione del corpo (laconicum). Inoltre, offrivano altri ‘servizi’ come palestre, biblioteche, sale di riunione, negozi e giardini. Il sistema di riscaldamento prevedeva la circolazione dell’aria calda sotto il pavimento e nelle pareti (ipocausto). Terme di Venere, Baia.

Tesoro. (gr. θησαυρός) Nei santuari greci, piccolo edificio votivo, solitamente un tempietto in antis, offerto da una polis alla divinità. Tesoro degli Ateniesi, Delfi.

Thólos. (gr. ϑόλος) Nell’architettura greca, edificio a pianta circolare circondato da peristasi, a destinazione funeraria o religiosa. Tholos di Atena Pronaia, Delfi.

Trabeazione. (gr. κοσμητής) Negli ordini architettonici classici, elemento orizzontale che risulta composto da tre parti sovrapposte: l’architrave, il fregio e la cornice. Trabeazione tempio di Efesto, Agorā di Atene.

Trozzella. Vaso dal ventre rotondo e munito di anse verticali molto alte, ornate da piccoli dischi che ricordano una ruota, tipico della cultura apula.