Testo

Quinto Orazio Flacco

Poeta latino (Venosa 65 a.C.- Roma 8 a.C.), autore di Satire, Epistole, Odi ed Epodi e del "Carmen saeculare". Figlio di un esattore delle aste pubbliche e piccolo proprietario terriero di origine servile, fu educato a Roma e ad Atene, dove studiò la filosofia e la poesia greca all'Accademia. Si arruolò nell'esercito di Bruto, che lo nominò tribuno militare, al comando di un'intera legione. Dopo la sconfitta di Filippi del 42 a.C., dovette fuggire. A seguito il perdono di Ottaviano, Orazio tornò a Roma e riuscì ad avere, nel 39 a.C., un impiego come segretario. Nel 38 grazie a Virgiliosi guadagnò l'amicizia di Mecenate, e per suo tramite entrò in rapporto con Augusto, che gli propose l'incarico di suo segretario, nel 25 a.C., ma il poeta rifiutò, preferendo restare nella sua villa presso Tivoli, in Sabina, villa che gli era stata donata dallo stesso Mecenate.

Tra il 42 e il 31 a.C. scrisse gli Epodi, tra il 42 e il 23 le Satire, nel 23 i primi tre libri delle Odi: nel 17 il 4° libro, su incarico di Augusto, compose il Carme per i Ludi Saeculares indetti per celebrare l'inizio del nuovo saeculum, cioè la nuova età aurea del mondo preannunciata dagli oracoli; tra il 23 e il 14 le Epistole. Gli Epodi sono una raccolta di 17 carmi, di carattere satirico, composti di distici, che il poeta chiamò giambi. La satira è rivolta «ad personam», lo spirito che li anima è acre e mordace. La più nota e più splendida opera di Orazio è costituita dalle Odi. Qui la sua lirica è più matura, il lavoro più accurato e profondo. Le odi, in numero di 103 disposte in 4 libri più il "Carme secolare", sono civili, gnomiche e amorose. La lirica civile di Orazio non è sincera, egli scrisse per esaltare Augusto e le glorie di Roma, ma preferì la vita tranquilla e le gioie umane più immediate. Fu sostanzialmente uno scettico dalla personalità pensosa e irrequieta.

Opere disponibili