Testo

Salmoneo e Tiro

Salmoneo era figlio di Eolo, giudò una colonia di Eoli verso l'Elide orientale e fondò la città di Salmonia. Era odiato dai sudditi per la sua crudeltà, faceva inoltre sacrificare sui propri altari le vittime destinate a Zeus e si faceva chiamare lui stesso Zeus. Trascinava con il suo cocchio calderoni di rame per simulare il tuono, scagliava torce ardenti come se fossero le folgori di Zeus, ma infine Zeus, adirato, lo incenerì con una folgore vera e distrusse la città. La figlia Tiro, poiché anche la madre era morta, fu affidata alla matrigna Sidero che la trattò crudelmente perché era stata la causa della loro espulsione dalla Tessaglia (aveva ucciso i due figli concepiti dallo zio Sisifo e pertanto  era stata condannata all'esilio). Tiro si innamorò di Enipeo, il fiume, ma Poseidone prese l'aspetto di Enipeo e la violentò, da tale unione nacquero due gemelli che Tiro, per timore della matrigna, espose sulla montagna. Un guardiano di cavalli li trovò e li portò a sua moglie che fece allattare il maggiore, Pelia, da una giumenta, e l'altro, Neleo, da una cagna. Da grandi essi, saputa la verità, decisero di vendicare la loro vera madre, così Pelia uccise Sidero che si aggrappava all'altare di Era scongiurando pietà. Poi Tiro sposò suo zio Creteo e gli generò Esone, padre di Giasone. Alla morte di Creteo, Pelia si impadronì del trono di Iolco, suo fratello  Neleo marciò contro la regione messenica e si impadronì di Pilo. Ebbe 12 figli che però furono uccisi tutti, tranne Nestore, da Eracle.

prof.ssa Rosalia Alessi