Testo

Assini - Ασίνη

Assini è stata una antica città-stato, anche essa come le maggiori città greche partecipò alla guerra di Troia, anzi, la spedizione alla volta di Troia salpò proprio dal porto di Kastraki (l'antica acropoli di Assini, citata da Omero nell'Iliade; sotto un passo dell'opera). Nel 1104 a.C. i Dori conquistarono la città facendolo in seguito divenire una delle città più potenti. Nel 704 a.C. durante la guerra nella regione di Messinia, la città cadde sotto l'attacco degli Argivi.

Ad Assini toccò l'amara sorte che toccava a tutte le città che venivano conquistate, ovvero: quella di essere distrutta dalla base delle fondamenta, a noi non rimane altro che potere ammirare i resti e con la fantasia ricreare i luoghi, immergerci nelle splendide acque della Plaka e osservare le navi pronte a salpare alla volta di Troia e agli ordini di Agamennone.

«Seguìa l'eletta de' guerrier, cui d'Argo
mandava la pianura e la superba
d'ardue mura Tirinto e le di cupo
golfo custodi Ermïone ed Asìne.
»
Omero, Iliade II°.

Assini è stata famosa anche per i suoi condottieri, qualche nome è citato nell'Anabasi V:

4 Qui divisero il denaro ricavato dalla vendita dei prigionieri. La decima parte, riservata ad Apollo e Artemide efesia, venne distribuita in parti uguali a ciascun stratego, che doveva custodirla per le divinità. La parte di Chirisofo fu affidata a Neone di Asine.

Nel libro VI dell'Anabasi viene ancora citato Neone di Asine:

11 Presero una decisione: se qualcuno, in futuro, avesse solo accennato a dividere in due l'esercito, doveva essere condannato a morte; poi, bisognava proseguire sulla terraferma, con lo stesso assetto di marcia che l'esercito aveva in precedenza e dovevano comandare gli stessi capi di prima. Ma Chirisofo era già morto, perché, febbricitante, aveva bevuto un farmaco. Prese il suo posto Neone di Asine.

Anche nella Guerra del Peloponneso (IV, I°) di Tucidide, si legge di Asine:

13 Quel giorno e molte ore del seguente videro l'accanito susseguirsi degli assalti spartani che alla fine cessarono. Il terzo giorno inviarono ad Asine alcune navi per provvedersi di legname, utile ad allestire ordigni bellici. Si auguravano di costringere alla resa il castello impiegando le macchine da guerra dal lato sul porto, dove il bastione s'ergeva alto, ma le possibilità dell'attracco si presentavano più opportune.

Ancora citata nella Guerra del Peloponneso (VI, III°):

93 Fu questo, in sostanza, il discorso di Alcibiade. Gli Spartani premeditavano da tempo, già da sé, l'offensiva contro Atene, ma tentennavano, stavano all'erta se sorgesse un'occasione favorevole: quando però Alcibiade ebbe spiegato ogni dettaglio dell'impresa, riacquistarono fiducia e confidenza, certi di aver trovato la persona più indicata per questo tipo d'informazioni. Quindi stesero subito il piano per organizzare la testa di ponte a Decelea e la spedizione di primi contingenti, anche limitati, a soccorso della Sicilia. Assegnarono la direzione delle armate siracusane a Gilippo, figlio di Cleandrida, comandandogli di consultarsi con gli emissari Siracusani e coi Corinzi per dettare, in merito a un aiuto il più possibile sollecito ed efficace in Sicilia, le misure opportune, in base ai mezzi disponibili. Costui pretese subito che i Corinzi inviassero due navi ad Asine, e procedessero all'allestimento rapido di tutte quelle che si proponevano di associare alla spedizione, per tenerle pronte all'ancora, quando venisse l'ora di salpare. Concertati questi preparativi, i Corinzi si allontanarono da Sparta...


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