Posta nell'Elide (Peloponneso) sulla riva destra
dell'Alfeo, a Ovest di Pisa, capitale dell'Elide (Guardala con Google maps). Vi sorgevano numerosi templi,
tra cui celebre l'Olimpieion dedicato a Zeus e al suo culto, in un recinto sacro
denominato Altis. Il tempio di Zeus, quello di Era, Heraion, e altri edifici
monumentali dell'Altis, i più antichi datati a partire dal sec. VIII a.C.,
furono frequentati fino al IV sec. a.C. Nello stadio e nell'ippodromo di Olimpia
si svolgevano ogni 4 anni i celebri Giochi Olimpici (Olimpiadi). Questo centro
non assunse mai la configurazione di città vera e propria, rimanendo sempre un
agglomerato di templi, boschi, terreni sacri, centro religioso anche dei popoli
che nel tempo la occuparono e che vi istituirono i propri culti. Gli scavi
archeologici iniziarono nella seconda metà del XVIII sec. e furono ripresi nel
1875. Nel corso delle esplorazioni sono stati messi in luce resti che dal medio
e tardo elladico arrivano all'età romana tardo-imperiale. I giochi olimpici
venivano celebrati ogni quattro anni in onore di Zeus a Olimpia, sede del più
importante santuario della divinità. Nel 776 a.C. fu compilato per la prima
volta l'elenco dei vincitori, conservato sino al 217 d.C. , nelle opere di
Eusebio di Cesarea. Eccetto la sacerdotessa di Demetra, nessuna donna poteva
assistere ai giochi.
I giochi olimpici venivano celebrati in estate.
All'inizio dell'anno in cui avrebbero avuto luogo venivano inviati emissari per
invitare le diverse città-stato a partecipare al versamento del tributo pagato a
Zeus; queste mandavano quindi le proprie delegazioni, rivaleggiando l'una con
l'altra nell'esibizione dell'equipaggiamento e nelle imprese atletiche. La
durata dei giochi olimpici venne ampliata notevolmente: inizialmente
erano
concentrati in un giorno, con gare di atletica e di lotta;
successivamente – forse per opera de tiranno di Argo Fidone (VII secolo a.C.) –
vennero introdotte le corse ippiche; a partire dal 472 a.C. gli agoni furono
portati a cinque giorni. Anche se non è nota con esattezza la loro sequenza,
sappiamo che il primo giorno era dedicato ai sacrifici; nel secondo si svolgeva
la più importante competizione dei giochi, la gara di corsa, che si disputava
nello stadio. Negli altri giorni avevano luogo la lotta, il pugilato e il
pancrazio (
una specialità che combinava insieme le due discipline
precedenti). Nella lotta l'obiettivo era mettere a terra l'avversario tre volte.
Il pugilato divenne sempre più brutale con il tempo: all'inizio i pugili si
avvolgevano cinghie di morbido cuoio intorno alle dita della mano, allo scopo di
attutire i colpi, mentre in epoca posteriore usavano cuoio più duro, a volte
reso più pesante dall'inserimento di parti di metallo. Nel pancrazio, lo sport
certamente più violento, il combattimento proseguiva fino a che uno dei
contendenti non
soccombeva ammettendo la sconfitta. Le corse dei cavalli,
nelle quali ogni concorrente doveva essere proprietario del cavallo, erano
riservate ai più abbienti. Dopo le corse ippiche si svolgeva la gara del
pentathlon, competizione che univa cinque specialità (la corsa veloce, il salto
in lungo, il lancio del giavellotto, il lancio del disco e la lotta). I
vincitori a Olimpia ricevevano corone di ulivo selvatico e onori, il più ambito
dei quali era l’erezione di una statua nel recinto del santuario di Zeus; per il
lustro che davano alla loro città spesso venivano celebrati dai versi dei poeti
con gli epinici e per il resto della vita erano mantenuti dalla comunità.
LEONIDE, architetto greco attivo nella seconda metà del IV sec. Realizzò nel
santuario di Zeus a Olimpia il Leonidaion, edificio di forma quadrangolare con
un cortile all'interno e un ingresso imponente circondato esternamente da un
portico colonnato, che serviva ad ospitare i pellegrini di rango.
IAMO,
figura mitologica. Era il figlio di Apollo ed Evadne e fu allevato da Epito,
signore dell'Arcadia. Capostipite della famiglia sacerdotale degli Iamidi,
esercitò l'arte della profezia ad Olimpia.
PAIONO, scultore greco (Mende metà
V sec. a.C.). Probabilmente collaborò all'esecuzione del fregio del Partenone.
La sua opera più importante e famosa è la "Nike" (oggi nel Museo Archeologico a
Olimpia), eseguita per celebrare la vittoria dell'ateniese Sfacteria nella
guerra del Peloponneso del 425 a.C. Venne posta davanti al tempio di Zeus a
Olimpia. Secondo la tradizione Paiono scolpì un'altra "Nike" per la storia degli
ateniesi a Delfi.
LIBONE, architetto greco citato da Pausania come autore del
tempio di Zeus a Olimpia (V sec. a.C.).
Arca di Cipselo, cassa di legno di
cedro, oggi perduta, scolpita con scene mitologiche. Fu mandata da Cipselo come
dono votivo al santuario di Olimpia e viene descritta dagli antichi letterati
come una meraviglia.
KAIRÒS, personificazione del momento opportuno. Veniva
rappresentato come un giovanetto con le ali ai piedi e talvolta agli omeri, con
un ciuffo di capelli sulla fronte e la nuca quasi rasa. Un altare a lui dedicato
era ad Olimpia.
FIDIA, il più grande scultore della Grecia, l'espressione più
completa e più alta del mondo ellenico. Nato ad Atene agli inizi del V sec., fu
scolaro di Egia, scultore del Peloponneso, e sentí anche l'influsso del sommo
Polignoto. Con ogni probabilità, in gioventú fu anche pittore, certo fu
espertissimo in tutte le tecniche: marmo, bronzo, tecnica crisoelefantina,
cesello e intarsio. Al primo periodo della sua attività appartengono le due
statue di Athena: quella di Pellene in Acaia e la Areia di Platea. Tra il 465 e
il 460 ebbe l'
incarico di eseguire per Delfi un gruppo votivo dedicato agli
eroi di Maratona. Dal 452 al 448, nella pienezza della maturità, scolpì il primo
capolavoro: lo Zeus di Olimpia, in quella particolare tecnica detta
crisoelefantina, che proveniva da tipi arcaici e voleva in avorio le parti
ignude, e in lamina d'oro le vesti, la barba e i capelli. La figura di Zeus, che
in piedi sarebbe stata alta 15 metri, era rappresentata seduta su un trono. Ma
il genio del sommo Ateniese rifulse in tutto il suo splendore nella grande
statua di Athena Parthenos e nei marmi del Partenone. La dea, alta quasi 12
metri, era raffigurata in piedi, paludata di chitone dorico con elmo a triplice
cimiero, la mano destra reggente una minuscola Nike, la sinistra poggiata sullo
scudo. Mirabile simbolo, splendente d'oro e di avorio, della città di Atene nel
tempo della sua maggiore potenza civile, militare, artistica. Oltre a questa,
era famosa una statua della dea detta Promachos, colossale, tutta in bronzo,
posta sull'Acropoli quasi a guardia della città. I marmi del Partenone erano
formati da 92 metope a rilievo giunte purtroppo a noi mutile, frammentarie,
corrose in seguito allo scoppio di una polveriera posta nell'interno del
Partenone stesso (1687). Se Fidia non fu l'esecutore materiale di tutti i
rilievi del Partenone, è certo che dal suo genio scaturí l'idea della grandiosa
composizione. Di Fidia è sicuramente il bellissimo fregio che circonda la cella
dei Tempio, dove si snoda la processione delle feste Panatenaiche. Ignota è la
fine di Fidia. Perseguitato alla morte di Pericle, suo grande amico, dovette
fuggire da Atene. Alcuni credono riparasse a Elide, altri lo dicono morto
avvelenato nel 431 a.C.
AGELADA DI ARGO, scultore greco (sec.VI-V a.C.).
Produsse bronzi nello stile severo, dei quali ci è giunta notizia attraverso le
fonti letterarie (Zeus di Egio, atleti di Olimpia). Maestro di Fidia, Policleto
e Mirone.
Ginnasio. altra foto |
veduta dei resti del Leonidaion. |
resti del Philippeion (2003). |
Heraion (2003). |
altra veduta dell'Heraion. |
Altra veduta dell'Heraion. |
Panoramica |
Altra panoramica |
Basilica cristiana ottenuta dal laboratorio di Fidia |
vista interna della Basilica cristiana ottenuta dal laboratorio di Fidia. |
la mia guida in territorio greco. |
Palestra |
atleta in palestra |
Ingresso dello stadio |
Galleria di ingresso allo stadio |
Stadio, area dei giudici di gara Ara dello stadio |
atleta sulla linea di partenza. |
quel che rimane del tempio di Zeus (2003) |
Base della Nike di Peonio.
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Teste di leoni erogatori d'acqua |
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