Il “Giardino delle Camelie” si configura in un parterre con un modulo quadripartito; quattro sono, infatti, gli spazi che lo formano, divisi da vialetti ortogonali collegati a un viale che corre lateralmente lungo le pareti del cortile dell’edificio. Le quattro aiuole presentano gli angoli rivolti verso il centro del cortile conformati a semiarco così da formare complessivamente uno spazio circolare in cui è presente un rialzo quadrangolare in pietra alto pochi centimetri. Le configurazioni geometriche delle aiuole, variate nel tempo e testimoniate da un’ampia documentazione storica, nel progetto di recupero sono state mantenute inalterate, così come i rialzi in pietra al centro del parterre: questo spazio può essere utilizzato come luogo per manifestazioni artistiche, teatrali, musicali, eventi e mostre. Il Cortile è stato rinominato “Giardino delle Camelie”, per la presenza di alcuni esemplari di camelia di una certa rilevanza floristica, modificando la vecchia denominazione di “Cortile occidentale” che risultava alquanto evasiva. I vari esemplari di camelie presenti sono stati messi in risalto con potature di rimonda e di ripristino delle forme della chioma con rimescolamento e acidificazione del terreno più superficiale. Sono stati, inoltre, messi a dimora nuovi esemplari di camelia, di cui uno, Camellia sasanqua, offerto dall’Associazione “La Casaforte S.B”. Gli interventi di recupero e valorizzazione si sono fondati sul concetto di restituzione della valenza storica del cortile-giardino, partendo da un lavoro di rimozione delle specie vegetali non consone a questa tipologia di giardino storico. Per recuperare l’uniformità delle siepi che bordavano il parterre, si è proceduto a sostituire completamente le varie specie di bosso, ormai deteriorate, con l’unica specie di bosso rotundifolia. Le ceppaie di palma da dattero presenti sono state eliminate così come gli arbusti di acero palmato, cordiline, evonimo giapponese, viburno lucido e numerose rose di limitato pregio storico e ornamentale. Gli esemplari di palma rimasti, elementi vegetali molto frequenti nei giardini sviluppatisi nel XIX e inizio XX secolo e che richiamano un gusto per l’esotico, sono stati valorizzati con interventi manutentivi atti a valorizzarne la valenza morfologica. Il tappeto erboso di tutte le aiuole, ormai in fase di fine periodo vegetativo, presentava numerose specie vegetali infestanti colonizzatrici, uno spesso strato muscinale e un’epatica particolarmente aggressiva. Quest’ultime si erano estese anche nelle pavimentazioni dei viali adiacenti, costituite da mattoni in cotto a spina di pesce, rendendoli particolarmente scivolosi e pericolosi per l’incolumità pubblica. Per rimuovere lo strato muscinale e l’epatica dalla pavimentazione dei viali sono stati utilizzati biocidi idonei a questo scopo che, oltre a eliminare la colonizzazione e la patina biologica dalle superfici, ne impediscono la ricolonizzazione biologica rapida creando sul cotto una superficie “grippante” che impedisce l’effetto sdrucciolo e l’azione corrosiva. Dopo il ripristino e l’automazione dell’impianto d’irrigazione, è stato sostituito completamente il tappeto erboso con rotoli di prato pronto, composto di un miscuglio di specie vegetali rustiche a basso input manutentivo. Sono state, inoltre, messe a dimora specie bulbose a fioritura scalare durante tutto l’anno. Particolare attenzione è stata rivolta all’illuminazione e all’arredo del giardino attraverso l’inserimento di punti luce tali da creare un’illuminazione calda e soffusa, conservando lo spirito fortemente romantico già rappresentato da epigrafi e basi di colonne.
The “Garden of the Camellias” is configured as a parterre divided INTO four modules. The four spaces which compose it are divided by orthogonal paths connected to an avenue running along the side walls of the courtyard of the building. The four beds of flowers have their corners facing towards the center of the courtyard and shaped into semi-arches so that together they form a circular space with a quadrangular raised part a few centimeters high set in stone. The geometrie patterns of the flower beds, which have varied in time and rest on extensive historical documentation, have been kept intact in the recovery plan, like the stone risers in the middle of the parterre: This space can be used as a place for art exhibitions, theater, music, events and exhibitions. The courtyard was renamed the “Garden of the Camellias” because of the presence of some specimens of camellia of some significance as flora, a change from the old name of the “Western Courtyard,” which proved rather inaccurate. The various specimens of camellias present have been showcased with pruning to clear away old wood and restore of the forms of their foliage, while the surface soil has been turned over and its acidity corrected. New specimens of camellias have also been planted, with one, Camellia sasanqua, offered by the Association “La Casaforte S.B”. The work of recovery and valorization was based on the concept of restoring the historical value of the courtyard garden, starting by removing plant species not suited to this type of historical garden. To recover the uniformity of the hedges that bordered the parterre, the various species of boxwood, now deteriorated, were completely replanted, using a single species of boxwood (rotundifolia). The stumps of the date palms were eliminated, as were the palmate maple shrubs, cordyline, Japanese euonymus, the glossy viburnum and numerous roses of limited historical and ornamental value. The remaining specimens of palms were very frequent plants in gardens that developed in the nineteenth and early twentieth centuries and recall a taste for the exotic; they have been enhanced with maintenance work to improve their morphological value. The turf in all the lawns, now nearing the end of the growing season, included numerous species of colonizing weeds, a thick layer of moss and a particularly aggressive variety of hepatica. These had spread into the paving in the adjacent avenues, consisting of terracotta bricks laid in a herringbone pattern, making them very slippery and dangerous for the public safety. To remove the moss layer and the hepatica from the paving of the avenues, biocides suitable for the purpose were used. In addition to eliminating the colonization and the biological patina from the surfaces, they will prevent its rapid biological recolonization, while creating a firm surface on the terra cotta paving to prevent slipping and corrosion. After the restoration and installation of an automatic watering system, the turf was completely replaced with new rolls of grass, consisting of a mixture of low maintenance hardy species. Various species of bulbs that would flower in succession throughout the year were also planted. Particular attention was paid to the lighting and furnishing of the garden through the insertion of spotlights, creating warm, soft lighting that preserves the highly romantic spirit already represented by the epigraphs and column bases.
Foto di Giorgio Manusakis per miti3000