Testo

Creta (Genìa di Atlantide)

Qui agli scogli
unghie dell’isola
il vento s’arrende solo
alle guglie di roccia e spinge lo sguardo
al profilo
pietroso di questa terra che qui
è una madre parca di verde 
e più sgretola e discende l’alto
più figlia conchiglie con sterpi marini.
Non posso stancarmi di lasciare gli occhi
sul sole che altalena col vento
lo scintillio del mare
abbeverando le onde e i verdi scogli di
Creta
culla di Zeus
miniando tinte su questo quadro leccato d’estate.
I secoli sbalzano il vetro opaco del mito
mentre geme il piacere che affranca la colpa
della regina per il bestiale amante
e lì, sullo scanno di Knossos
ormeggia la scelta migliore
d’amore
l’ingegno di Arianna lungo il filo che
non la ripara preda del capriccio divino
piangendo exodus di
cuore smarrito d’Attica
Teseo
che vele nere
pagherà di dimenticanza per obbedienza al dio.
Genìa di storie ed astri imperituri
indugio o collera degli dei
sull’isola costola
dell’epica Atlantide
che seduce il senno e fronteggia gli occhi.
Rapiti.
 

Dona Amati – agosto 2005