espertissimo in tutte le tecniche: marmo, bronzo, tecnica crisoelefantina, cesello e intarsio. Al primo periodo della sua attività appartengono le due statue di Athena: quella di Pellene in Acaia e la Areia di Platea. Tra il 465 e il 460 ebbe l'incarico di eseguire per Delfi un gruppo votivo dedicato agli eroi di Maratona. Dal 452 al 448, nella pienezza della maturità, scolpì il primo capolavoro: lo Zeus di Olimpia, in quella particolare tecnica detta crisoelefantina, che proveniva da tipi arcaici e voleva in avorio le parti ignude, e in lamina d'oro le vesti, la barba e i capelli. La figura di Zeus, che in piedi sarebbe stata alta 15 metri, era rappresentata seduta su un trono. Ma il genio del sommo Ateniese rifulse in tutto il suo splendore nella grande statua di Athena Parthenos e nei marmi del Partenone. La dea, alta quasi 12 metri, era raffigurata in piedi, paludata di chitone dorico con elmo a triplice cimiero, la mano destra reggente una minuscola Nike, la sinistra poggiata sullo scudo. Mirabile simbolo, splendente d'oro e di avorio, della città di Atene nel tempo della sua maggiore potenza civile, militare, artistica. Oltre a questa, era famosa una statua della dea detta Promachos, colossale, tutta in bronzo, posta sull'Acropoli quasi a guardia della città. Chi era? |