Testo

Molti navigando in miti3000, si saranno senz'altro imbattuti in alcuni termini poco conosciuti, ai fini di facilitare la comprensione di alcuni di essi, ho voluto inserire questo breve, ma, significante elenco.

Sono certo che che i più giovani e/o i più curiosi gradiranno tanto questa pagina che gli eviterà di fare ricerche nei dizionari.



ALTARE

luogo destinato per i sacrifici agli Dei. Inizialmente si trattava di zolle che venivano innalzate sotto gli alberi, quindi sostituirono le zolle con pietre e successivamente con mattoni, fino ad arrivare al marmo ed ai metalli preziosi. Le Are furono rifugio per supplici, schiavi e quanti altri avevano bisogno di misericordia. Ma le Are furono anche luogo di sposalizi, di conciliazione di liti, di celebrazioni pubbliche, di sacri giuramenti, e di alleanze di popoli.

ANAGOGIA

la partenza di una divinità dal suo santuario e il suo successivo ritorno.

ANICONICO

1) privo di immagini.

2) Religione che non ammette rappresentazioni figurate della divinità.

APOTEOSI

1) apo= da, theós= dio,= deificazione; cerimonia con la quale eroi, imperatori e poeti venivano collocati fra i Numi dopo la morte.

L'origine dell'apoteosi risale all'epoca dell'idolatria, e la usarono parecchi popoli dell'antichità Gli uomini inizialmente adorarono le cose materiali del creato, come il sole, la luna, i venti, le piogge e altri fenomeni naturali.

Successivamente deificarono per gratitudine coloro che li seppero governare, che facendo buone leggi, assicurarono la pace aumentando la civiltà ed il bene del genere umano.

2) Nel teatro greco consisteva nella mutamento dell'eroe in divinità.

ARUSPICI

sacerdoti destinati principalmente ad esaminare le vittime offerte in sacrificio agli Dei, per trarne i presagi. Ecco alcuni dei presagi: se la vittima doveva essere trascinata a forza all'altare, se sfuggiva di mano al conduttore, se schivava il colpo, o altro che impediva il regolare svolgimento del rito, era segno di cattivo prognostico; se il sangue sgorgava in maggior copia del solito, era indizio di prossimi e inevitabili guai. Quanto alla fiamma, perché fosse buono il presagio, doveva elevarsi presto, impetuosa, fulgente ed essere trasparente, non doveva crepitare ed essere senza fumo.

ASTROLATRIA

il culto religioso prestato agli astri considerati come divinità. Molto diffuso nell'antichità.

AUGURI

Erano i nove magistrati eletti a predire il futuro, e si credeva fossero gli interpreti del volere degli Dei. Tenuti in grandissima venerazione e considerazione, erano sempre consultati prima d'intraprendere cose di gran rilievo, al fine di prevederne l'esito. Le riposte degli auguri avevano quattro sorgenti primarie:
a ) i fenomeni celesti, come i venti, il fulmine, i lampi, le comete e le eclissi.
b ) il volo e il canto degli uccelli.
c ) il modo di beccare e di fare dei polli sacri: se non volevano uscir di gabbia né cibarsi, il presagio era funesto; se divoravano i grani e raccoglievano quelli sgusciati dal becco, favorevole.
d ) infine gli auguri traevano prognostici da molte altre combinazioni, quali: l'incontro di una volpe, il rovesciamento della saliera, un incendio, e tanti altri fattori di accadimento insolito.

In effetti gli Auguri erano al servizio dei legislatori, dei governanti e particolarmente dei loro interessi, a secondo che ad essi premeva che il popolo fosse animato a sperare o a disperare per una o altra impresa. In ogni caso il loro zelo era sostenuto dai ricchi guadagni e dai lauti banchetti a spese dei creduloni.

CELICOLA

insieme di divinità mitologiche che dimoravano in cielo.

CONSENTI DEI

per i Romani, le 12 divinità maggiori.

COSMOGONÌA

dottrina religiosa sulle origini dell'universo.

CTONIO

appellativo delle antiche divinità della terra e delle forze che l'animano, reggitrici del mondo degli Inferi.

ECATÓMBE

sacrificio lustrale di cento buoi (o altri animali, in genere ne sacrificavano moltissimi di meno) in onore di una divinità

ENOTEISMO

atteggiamento religioso, considerato come preliminare del monoteismo, pur ammettendo l'esistenza di diverse divinità, tende ad escludere ogni divinità che non sia quella invocata.

EPICLÈSI

appellativo della divinità, con cui iniziavano le invocazioni al dio.

EPÌFANE

termine che designava le divinità che si fossero manifestate come tali agli uomini.

EPIFANÌA

manifestazione, tramite un segno qualsiasi, della presenza di una divinità.

FECIALI

sacerdoti che avevano compiti simili a quelli degli araldi di guerra o degli ambasciatori straordinari; in quanto erano destinati a dichiarare guerra ed a presiedere ai trattati di pace.

Quando un popolo offendeva la propria patria, il Feciale si recava a chiedere le scuse per l'ingiuria ricevuta. In caso di negazione concedeva 33 giorni, per risolvere la questione, dopo i quali dichiarava ufficialmente la guerra, allora il Feciale tornava sul territorio nemico, e vi lanciava una picca insanguinata, intimando guerra con cerimonie religiose.

FERIE

Erano i giorni consacrati per onorare gli Dei. Inizialmente erano pochi, (quelli della raccolta delle messi e della vendemmia). Il numero delle ferie aumentò con quello degli Dei. Durante le Ferie era vietata qualunque attività e ogni specie di lavoro. Non si potevano muovere guerre o punire i colpevoli. Tutti s'incoronavano di fiori, celebravano giuochi, balli, banchetti, e si astenevano scrupolosamente dal proferir parole di cattivo augurio.

FLAMINI

Sacerdoti destinati al culto specifico di alcune divinità. Inizialmente furono solo tre: il flamine di Giove, quello di Marte e quello di Quirino. In seguito arrivarono a quindici. Grandi privilegi ebbe il Flamine di Giove: andava fuori preceduto da un littore, stava seduto sulla sedia curule o da senatore, aveva l'anello d'oro, ed un posto in senato. Non poteva salire a cavallo, né giurare, né toccar fave od edera o carne cruda, e gli era vietato di veder lavorare la gente; quindi quando passava per le strade, un araldo lo precedeva per avvisare gli operai che sospendessero i loro lavori. Aveva il diritto di accordare sicuro asilo ai colpevoli che si rifugiavano presso di lui, e di far grazia a quelli che, andando al supplizio, erano da lui incontrati per la via. Egli benediva gli eserciti, e portava in capo una berretta fatta con la pelle di una pecora bianca, e con in cima un ramoscello d'ulivo legato con un nastro.

IDOLATRÌA

culto delle immagini degli dei considerate come unite sostanzialmente alle divinità rappresentate.

IDOLO

simulacro allegorico o naturalistico di una divinità, ritenuto abitato dalla divinità stessa.

INFERI

le divinità infernali (cioè sotterranee): Plutone, Proserpina ecc.

EPOPSIO

"colui che sorveglia" "che tutto vede" e perciò giusto e vendicatore degli atti empi

IPOCTONIO

che si trova nelle profondità della terra; divinità ipoctonie, dei inferi.

IPOSTASI

la personificazione di concetti astratti in divinità.

LEONTOCEFALO

divinità raffigurate con la testa leonina, classico esempio ne è la dea egiziana Sekhmet.

LETTISTERNI

banchetti sacri che si tenevano in tempo di pubbliche calamità, per placare lo sdegno degli Dei. Durante questa cerimonia toglievano da sopra i piedistalli le statue degli Dei, le posavano su dei letti messi intorno ad una tavola apparecchiata nel tempio, e offrivano loro a spese pubbliche un lauto pasto.

I cittadini stessi tenevano tavola aperta a tutti, ed invitavano indistintamente amici e nemici, poveri e ricchi, incogniti, viaggiatori, ecc.. La cerimonia ed i divertimenti miravano a distrarre l'attenzione del popolo dallo spettacolo delle pubbliche calamità, ed a guarire il corpo ricreando lo spirito. Il primo lettisterno indicato dalla storia durò otto giorni, e fu celebrato l'anno 400 a.C., in occasione di una pestilenza che devastava Roma.

LIBAGIONE

cerimonia religiosa indipendente dal sacrificio, ma che poteva anche accompagnarlo. Consisteva nel versare vino o latte (o altre bevande) sulla testa dell'animale destinato al sacrificio, oppure sull'ara, o sul suolo, o nel mare, in onore di una o più divinità. Nel compiere il rito, veniva pronunciata una formula particolare.
Non vi erano sacrifici senza libagione, ma spesso c'erano libagioni senza sacrifici.

LIBARE

versare un liquido come offerta a una divinità.

LUSTRAZIONI

cerimonie sacre unite ai sacrifici, avevano lo scopo di purificare i campi, gli eserciti, le greggi, gl'individui, le città, i templi, le case, ecc. La lustrazione di un campo consisteva nel condurvi tre volte intorno una vittima scelta, e nel bruciare i profumi sul luogo stesso del sacrificio. Per quella di un esercito, alcuni soldati cinti d'alloro conducevano tre volte intorno all'esercito schierato in ordine di battaglia una pecora, una scrofa ed un toro, e gli immolavano con imprecazioni contro il popolo nemico. Nella lustrazione dei greggi il pastore aspergeva d'acqua pura il bestiame, bruciava alloro, sabina e zolfo, faceva tre volte il giro della cascina, ed offriva a Pale latte, vin cotto, miglio ed una focaccia. Le lustrazioni pubbliche e nazionali erano celebrate ogni cinque anni, il quale spazio di tempo essendo chiamato lustrum (lustro) ha dato origine al vocabolo lustrazione.

MEILICHIO

“Benigno”, “propizio”, “che accoglie sacrifici espiatori”

MONOLATRÌA

culto di un solo Dio, non esclude però l'esistenza di altre divinità; per questo si distingue dal monoteismo.

MONOTEISMO

concezione religiosa secondo la quale la divinità è una e unica, con esclusione di qualsiasi altra espressione divina. Contrario del politeismo.

OLOCAUSTO

sacrificio religioso, nel quale la vittima offerta alla divinità veniva lasciata bruciare tutta intera sul fuoco dell'altare, cioè senza che ne fossero tolte le parti migliori per il banchetto sacro (così si sacrificava per lo più agli eroi).

ORACOLO

la risposta di una divinità a una domanda posta dal credente.

ORDALIA

prova giudiziaria con la quale la divinità manifestava il suo giudizio a proposito della colpevolezza o dell'innocenza di un accusato. L'imputato veniva sottoposto a una prova di difficilissima esecuzione e se portata a termine, veniva assolto

PAREDRO

si dice di divinità che il culto associa ad un'altra divinità maggiore.

POLIADE

denominazione delle divinità protettrici della città (polis).

PURIFICAZIONI

Atti religiosi per onorare gli Dei, per espiare i delitti o per allontanare una calamità. Prima del sacrificio il sacerdote tuffava un ramo d'alloro nell'acqua lustrale (Acqua comune nella quale era stato spento un tizzone preso sull'ara. La tenevano in un vaso sulla porta dei templi, e prima d'entrare in essi,ognuno se ne lavava il viso e le mani, o si faceva lavare da un sacerdote.), e girando tre volte intorno a1l'assemblea, ne aspergeva i circostanti pronunziando alcune parole sacre. Un omicida non si poteva purificare da sé del suo delitto, e ricorreva a un sacerdote che lo bagnava di sangue, lo fregava con l'aglio, gli faceva portare al collo una filza di fichi, e non gli permetteva d'entrare nei templi se non dopo una completa espiazione.

SACELLO

piccolo recinto rettangolare o rotondo, scoperto, con un'ara centrale, dedicato al culto di una divinità secondaria.

SIMULACRO

statua o immagine di divinità.

STEFANÈFORO

sacerdote, giudice o divinità dotati di corona.

SÙPERI

le divinità della terra e del cielo, in contrapposizione agli abitanti negli inferi.

SUPPLICE

nell'antichità classica, chi si prostrava ai piedi di un altare o all'interno di un tempio per porsi sotto la protezione della divinità e fruire del diritto d'asilo.

TAUROBÒLIO

(sacrificio del toro) solenne rito dei misteri di Cibele.

TEOCRASÌA

fusione di due divinità, a seguito di fenomeni di sincretismo, che avviene soprattutto nella fase di assimilazione di una cultura da parte di un'altra dominante.

TEOCRAZÍA

forma di governo il cui potere si fa risalire a Dio. Si tratta di un potere esercitato da sovrani o da una casta sacerdotale che si dichiarano rappresentanti di Dio o addirittura discendenti da una divinità (tipico esempio i Faraoni e lo stesso Alessandro Magno)

TEOFAGIA

consumazione della carne di una vittima sacrificale identificata con la divinità.

TEOFANIA

apparizione o manifestazione della divinità agli uomini.

TEOGONÍA,

generazione degli dèi, narrazione dell'origine delle divinità, in connessione con la cosmogonia.

TERIOMORFISMO

in alcune religioni, natura o forma animale delle divinità.

TERIOMORFO

divinità che ha natura o forma animale; anche di vaso che ha l'aspetto di un animale vedi Rhyton.

TEURGÌA

nelle pratiche pagane, rituale magico col quale si credeva di stabilire un contatto con la divinità per compiere miracoli.

TIASO

associazione, generalmente a carattere religioso, dedita al culto di una divinità e in particolare a Dioniso.

VITTIME, OSTIE, OLOCAUSTI

Erano dette vittime gli animali destinati ai sacrifici. Ogni divinità aveva le sue vittime diverse, ed erano scelte fra le più belle. Il nome di vittima era dato solamente agli oggetti vivi ed agli animali grossi; quello di ostia agli animali di latte, e tanto alle cose animate che inanimate; e l'olocausto (celebrato in genere per gli eroi) era un sacrificio nel quale la vittima veniva interamente consumata dal fuoco, senza che ne restasse alcuna parte per il banchetto dei sacerdoti o degli assistenti.

XOANON

erano delle statue, raffiguranti divinità, con testa e braccia plastiche e corpo cilindrico.