Testo

Sofocle - Elettra

Data l'unicità dell'evento che qui presentiamo, riteniamo opportuno spendere due righe di presentazione.

In ogni rappresentazione teatrale, sul palco viene rappresentata la scena o le scene dei luoghi dove si svolge l'azione, e la bontà della scenografia ha spesso un forte impatto, sia estetico che emotivo sul pubblico.
Si può così avere una scenografia poco spettacolare ma molto coinvolgente dal punto di vista emotivo, o viceversa, oppure entrambe le cose, se si è fortunati.
Chi è stato a Epidauro o ad Atene al teatro di Erode Attico a vedere le rappresentazioni di antiche tragedie o commedie avrà certamente provato una forte emozione nel trovarsi proprio lì dove gli antichi greci le vedevano rappresentate; sono molti, infatti, i turisti che, pur non comprendendo il greco, vanno a tali spettacoli in cerca di quelle magiche atmosfere.
In questo caso, però, l'effetto è stato unico ed è facile capire il perché.
Nell'Elettra di Sofocle il dramma si svolge attorno alla reggia di Micene, la scenografia, dunque, non può essere che la ricostruzione della residenza di Agamennone. Tuttavia, nella recita che qui stiamo presentando la rappresentazione è stata allestita nel sito archeologico di Micene e quindi come scenografia gli attori hanno avuto a disposizione la vera reggia di Agamennone! Come potrete vedere nelle foto e nei video, il teatro e il palco non sono altro che poche sedie in plastica disposte a cerchio con qualche fiamma su uno spazio sterrato; ma questa apparente povertà di mezzi non deve ingannare lo spettatore perché in realtà, a ben vedere, non serviva altro dato che la scenografia era composta dalle vere mura di Micene e dalla vera reggia. Infatti noterete che alle spalle degli attori sono sempre ben visibili le mura e la fortezza di Micene, è stato dunque facile compenetrarsi nel dramma e vedere negli attori i veri protagonisti della vicenda che si aggiravano nell'antica reggia di Agamennone in cerca di giustizia e vendetta; è bastato che recitassero all'altezza della scenografia e, devo dire, lo hanno fatto egregiamente regalandoci uno spettacolo unico, in cui l'impatto emotivo è stato tale da farci credere di essere davvero tornati indietro nel tempo ad assistere dal vivo ai tragici fatti avvenuti proprio lì, tra quelle mitiche mura.
Le foto e i video con cui andiamo a ricostruire il dramma certamente non riusciranno a trasmettere lo stesso impatto emotivo, ma se riusciranno a farvi sentire anche solo per un'istante come una persona del pubblico lì presente ne sarà valsa la pena.
Chi è stato a Micene certamente parte avvantaggiato, ma per tutti, come sempre, è necessario avere il giusto pathos.
Buona visione a tutti.

Foto e didascalie a cura di Giorgio Manusakis. Riduzione del formato grafico a cura di miti3000.it.

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Le antiche mura, la fortezza della mitica Micene e gli spettatori sono pronti ad accogliere l'Elettra di Sofocle.

Anche la scena, posta al di sotto delle antiche mura micenee, è pronta. Il dramma ha inizio.

Entrano in scena l'Aio di Oreste...

... e Oreste

L'Aio e Oreste spiegano la vendetta che il dio Apollo, tramite il suo oracolo delfico, ha ordinato di eseguire a Oreste, finché si ode la voce di Elettra provenire dall'interno. Oreste vorrebbe andarle incontro, ma l'Aio gli spiega che prima devono fare quanto loro ordinato da Apollo, quindi per prima cosa recarsi a portare libagioni sulla tomba del padre morto, il grande Agamennone.

Elettra narra della madre Clitennestra e del suo amante Egisto, adulteri e assassini di suo padre Agamennone, e del proprio desiderio di vendetta nei loro confronti.

Entra in scena il coro, che cerca di alleviare le pene di Elettra in attesa del ritorno del fratello Oreste.

Ma Elettra spiega di essere stanca di vivere in quella che dovrebbe essere la reggia di suo padre, maltrattata dai suoi assassini. Il coro narra l'uccisione del padre e Elettra prega che Zeus punisca gli assassini come meritano.

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