Epidavros è pronta ad accogliere il “Pluto” di Aristofane.
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Entrano in scena Carione, Cremilo ed un anziano cieco che non sanno essere Pluto, il dio della ricchezza.
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Di ritorno dall’oracolo di Delfi, Carione si lamenta col pubblico: “Per Zeus, per gli dei, che disgrazia essere al servizio di un matto!….che va dietro ad un cieco…”
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Cremilo gli dice che sta solo facendo ciò che gli ha ordinato il dio di Delfi, quindi di tacere e seguirlo.
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Cremilo e Carione decidono di farsi dire dal vecchio chi è…
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…ma il dio risponde loro in malo modo.
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i due decidono allora di portarlo in cima ad un burrone affinché cada.
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il dio decide allora di rivelare loro chi è: “io sono Pluto”.
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quindi spiega loro la sua cecità: “E’ opera di Zeus, invidioso degli uomini. Quando ero ragazzo l’ho minacciato di frequentare solo gli uomini giusti, onesti e saggi; e lui mi ha accecato perché non potessi riconoscerli…”
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Cremilo gli spiega il suo progetto: “…liberarti da questa malattia degli occhi e ridarti la vista”, affinché torni a frequentare solo gli uomini onesti. |
Pluto ha troppa paura di Zeus, ma Cremilo gli dice: “sta tranquillo: ti dimostrerò che hai un potere molto più grande di Zeus”.
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convinto il dio, Cremilo dice a Carione di chiamare i contadini affinché prendano la loro parte di ricchezza e porta Pluto in casa sua.
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