Testo
Aristofane - PLUTO
Foto e didascalie a cura di Giorgio Manusakis. Riduzione del formato grafico
a cura di miti3000.it.
Clicca sulle miniature per vedere gli ingrandimenti 800x600 px, (dimensione
originaria 2048x1546 px).
Epidavros è pronta ad accogliere il “Pluto” di Aristofane.
|
Entrano in scena Carione, Cremilo ed un anziano cieco che non sanno essere Pluto, il dio della ricchezza.
|
Di ritorno dall’oracolo di Delfi, Carione si lamenta col pubblico: “Per Zeus, per gli dei, che disgrazia essere al servizio di un matto!….che va dietro ad un cieco…”
|
Cremilo gli dice che sta solo facendo ciò che gli ha ordinato il dio di Delfi, quindi di tacere e seguirlo.
|
Cremilo e Carione decidono di farsi dire dal vecchio chi è…
|
…ma il dio risponde loro in malo modo.
|
i due decidono allora di portarlo in cima ad un burrone affinché cada.
|
il dio decide allora di rivelare loro chi è: “io sono Pluto”.
|
quindi spiega loro la sua cecità: “E’ opera di Zeus, invidioso degli uomini. Quando ero ragazzo l’ho minacciato di frequentare solo gli uomini giusti, onesti e saggi; e lui mi ha accecato perché non potessi riconoscerli…”
|
Cremilo gli spiega il suo progetto: “…liberarti da questa malattia degli occhi e ridarti la vista”, affinché torni a frequentare solo gli uomini onesti. |
Pluto ha troppa paura di Zeus, ma Cremilo gli dice: “sta tranquillo: ti dimostrerò che hai un potere molto più grande di Zeus”.
|
convinto il dio, Cremilo dice a Carione di chiamare i contadini affinché prendano la loro parte di ricchezza e porta Pluto in casa sua.
|
1 [2] [3] [4] Next