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I luoghi del mito

Sicione - Σῐκῠών

Antica città del Peloponneso, nella regione storica dell'Acaia, situata in origine nella piana sul Golfo di Corinto.

Sicione raggiunse grande splendore nel VII secolo a.C. sotto la tirannia degli Ortagoridi, il cui esponente più importante fu Clistene. In questo periodo la pittura e la scultura si svilupparono a tal punto da rendere celebre la città nei secoli. Mostra i re da Egialeo a Zeusippo

Sparta nel 510 a. C. rovesciò la tirannide e Sicione entrò nella lega peloponnesiaca.

Demetrio Poliorcete durante la sua guerra contro Cassandro occupò diverse città del Peloponneso e tra queste Sicione (303 a.C.) e, distrutta la città vicina al porto, convinse o costrinse i Sicionii a trasferirsi in un luogo più sicuro (v. Diod. 20, 102, 2 sgg.; Plut. Demetr. 25, 3; Strab. 8, 6, 25, p. 382) a venti (o dodici) stadi dal mare, su un altipiano dominato da un’acropoli (presso l’odierno Vasiliko), che fortificò. La nuova città si chiamò Demetriade. La Sicione preellenistica si trovava nella piana sottostante, presso l’odierno Kiàton.

Dopo che Mummio nel 146 a.C., distrusse Corinto, Sicione si impegnò a celebrare i giochi Istmici per tutto il tempo in cui la città restò disabitata, e, quando fu di nuovo abitata, i sicionii restituirono quell’onore agli attuali abitanti.

Della città le ricerche archeologiche hanno riportato alla luce l'agorà ellenistica circondata da portici, un tempio, un'ampia sala con colonne (probabilmente la sala di riunione della lega achea) e un grande ginnasio a terrazze, dove si trovava una celebre statua di Eracle, opera di Scopa. A nord-est sono il teatro (mostra lo schema), uno dei più grandi della Grecia, della prima età ellenistica con interventi di epoca romana, e lo stadio. Il museo è ricavato dalle terme romane (II secolo d.C.).

La fonte Stazusa è probabilmente localizzata al bordo orientale dell’altopiano.
Sull’acropoli ellenistica di Sicione restano solo scarse tracce di edifici. Della Tyche Acrea abbiamo raffigurazioni su monete Pochi i resti degli edifici pubblici e sacri dell’agorà di Sicione. Le fondamenta di un tempio potrebbero appartenere al tempio di Artemide o a quello di Apollo.

Il ginnasio, presso l’agorà, è il monumento più notevole di Sicione dopo il teatro. Costruito all’inizio del III sec. a.C., era ornato da fontane. Questo ginnasio sembrerebbe essere diverso da quello di Clinia, ma potrebbe essere parte del complesso chiamato Pedize (da pais = fanciullo; cioè luogo destinato all’educazione dei fanciulli). La mancanza di precisi riferimenti archeologici rende possibili altre ipotesi.

l’Asopia ebbe il suo nuovo nome da quello di Sicione e l’Asopia è la terra percorsa dall’Asopo, cioè il territorio di Sicione.

Adesso leggeremo parte della descrizione dataci da Pausania in "Viaggio in Grecia"

il primo a vivere in questa regione, essendone nato, fu Egialeo; che, quando egli ne era re, tutta quella parte del Peloponneso che ancor oggi si chiama Egialo, ebbe nome da lui e che fu lui il primo a fondare nella pianura la città di Egialea.
Quando Sicione divenne re, la regione fu chiamata dal suo nome Sicionia e la città Sicione invece di Egiale. E dicono che Sicione era figlio non di Maratone figlio di Epopeo, bensì di Mezione figlio di Eretteo.

Omero ha detto di Zeus (Il. 2, 117) «il quale di molte città distrusse le rocche». Quando dunque i Sicionii avevano perduto ogni splendore, s’abbatté su di loro un terremoto che per poco non svuotò di gente la città e distrusse inoltre molti dei loro monumenti più belli.
Presso la porta della città, in una grotta, i Sicionii avevano una fonte la cui acqua, anziché zampillare da terra, scorreva giù dalla volta della grotta e perciò la fonte fu chiamata Stazusa (Stillante).

Nell’odierna acropoli ci sono il santuario di Tyche Acrea e, appresso, quello dei Dioscuri. Le statue dei Dioscuri e di Tyche sono di legno. Nel teatro costruito sotto l’acropoli, sulla scena, c’è la statua di un uomo che tiene lo scudo: dicono che sia Arato figlio di Clinia. Dopo il teatro c’è il tempio di Dioniso con la statua criselefantina del dio e, presso di lui, statue in marmo bianco di baccanti. Queste donne, essi dicono, sono consacrate alla divinità e furoreggiano per Dioniso. I Sicionii hanno altre statue che custodiscono nel più assoluto segreto e che trasportano, una sola notte all’anno, dall’edificio che essi chiamano Cosmeterio al tempio di Dioniso e accompagnano con fiaccole ardenti e con canti tipici del luogo.

Se dal tempio di Dioniso si va verso la piazza, si trova sulla destra il tempio di Artemide Limnea. Che il tetto sia franato, basta vedere per capirlo. Circa la statua della dea non sanno dire né se sia stata trasportata altrove, né in che modo sia andata distrutta sul posto.
Entrando nella piazza si trova il santuario di Peitho, anche questo privo della statua. Il culto di Peitho fu da loro istituito per la seguente ragione. Apollo e Artemide, dopo aver ucciso Pitone, giunsero a Egialea per purificarsi; ma presi dal terrore quand’erano nel luogo che ancor oggi chiamano Fobo (Paura), i due dei cambiarono strada e andarono a Creta presso Carmanore, mentre la gente di Egialea fu assalita da un morbo. Gli indovini li invitarono allora a supplicare la benevolenza di Apollo e di Artemide.

Dopo il sacrario di Arato c’è un altare di Posidone Istmio; notiamo poi uno Zeus Milichio e un’Artemide detta Patroa: due opere fatte senz’arte. Il Milichio somiglia a una piramide e la dea a una colonna. Qui è costruita anche la sala del Consiglio.
Lì vicino un santuario di Apollo Licio, ormai in rovina, non merita attenzione. Poiché la loro zona era frequentata da lupi (Licio da lykos = lupo) che assalivano i greggi al punto che non se ne poteva più trarre frutto, il dio indicò un luogo dove giaceva un tronco secco, e con un suo oracolo li invitò a esporre a quelle fiere la corteccia di quel legno mescolata a pezzi di carne. E subito la corteccia fece perire i lupi appena quelli l’assaggiarono.
Salendo da qui verso il ginnasio, sulla destra si trova un santuario di Artemide Ferea, la cui statua lignea dicono che sia stata qui trasportata da Fere.

Personaggi famosi legati alla città

Adesso vediamo quali sono i miti correlati