SMIRNEO
Quinto Smirneo, l'erede omerico della Tarda Antichità (Κόϊντος Σμυρναῖος), poeta epico di lingua greca, vissuto probabilmente tra il III e il IV secolo d.C. Le informazioni sulla sua vita sono estremamente scarse, e la sua datazione è principalmente dedotta da riferimenti stilistici e da alcune allusioni storiche presenti nella sua unica opera pervenutaci. L'Opera Principale: i Posthomerica o Paralipòmeni (2). Quinto è noto quasi esclusivamente per i suoi Posthomerica (dal greco antico Tὰ μεθ' Ὅμηρον, "Ciò che viene dopo Omero"), un poema epico in quattordici libri e circa 8.700 versi, scritto in esametro dattilico, il metro tradizionale dell'epos. Come suggerisce il titolo, l'opera riprende la narrazione epica esattamente da dove l'Iliade di Omero si interrompe, coprendo il periodo che va dalla morte di Ettore fino alla caduta di Troia e al ritorno degli Achei alle loro patrie.
Il poema narra eventi cruciali del ciclo troiano non trattati da Omero, attingendo a una ricca tradizione di poemi ciclici successivi all'Iliade e all'Odissea, oggi in gran parte perduti. Tra gli episodi più significativi descritti da Quinto si annoverano:
Quinto Smirneo è considerato un imitatore di Omero, e il suo stile è chiaramente ispirato all'epos omerico, con l'uso di formule, epiteti e scene tipiche. Tuttavia, la sua opera mostra anche le caratteristiche della letteratura del periodo imperiale romano, con una maggiore enfasi sulla retorica e talvolta un pathos più marcato. Nonostante non raggiunga la grandezza di Omero, Quinto è apprezzato per la sua capacità di mantenere viva la tradizione epica in un'epoca in cui essa stava scomparendo, e per aver preservato materiale leggendario che altrimenti sarebbe andato perduto.
Quinto Smirneo è stato un importante testimone della persistenza della tradizione epica greca nella tarda antichità. La sua opera, sebbene non sempre unanimemente apprezzata dalla critica moderna, ci offre uno sguardo prezioso su come le leggende di Troia continuassero ad affascinare e ispirare anche a secoli di distanza dalla loro origine.
Note
* Detto Quinto Calabro, perché presso Otranto in Calabria, il cardinale Bessarione rinvenne nel 1450 il manoscritto dell'opera.
2 supplemento aggiuntivo di qualcosa che si suppone sia stato tralasciato in un'opera
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