Indice dei Musei

presenti in miti3000

Napoli Museo Nazionale - Piano -1 - Intro Sala XXIII

Testo

Sala XXIII
SCRITTURA, MESTIERI.

L’Egitto e il Mediterraneo

Writing, Trade.

Ancient Egypt and the Mediterranean.

Mestieri: Giardiniere

Il giardiniere porta il giogo, le sue spalle sono sotto carichi d’acqua, sulla sua nuca c’è una grande pustola che produce pus. Passa il mattino ad annaffiare verdure e la sera piante-sciaut. Arriva alla notte che il suo corpo è malato, quando si posa è stanco morto. Soffre più di chi fa ogni altro mestiere.
(Papiro Sallier II, 6,5)

Work: the gardener

The gardener carries the yoke. His shoulders are under loads of water. There’s a swelling on the back of his neck and it festers. He spends the morning watering vegetables and the evening watering shaut-plants. By nighttime his body is ill. When he lies down he is dead with fatigue. He suffers more than any other tradesman.
(Papiro Sallier II, 6,5)

Mestieri: Contadino

“Il contadino si lamenta eternamente, la sua voce è più alta di quella del corvo, le sue dita e le sue braccia sono rovinate dalle verdure, egli si affatica in mezzo ai pantani ed è sempre stracciato. Sta bene come si sta bene tra i leoni: la frusta è dolorosa contro di lui e ne soffre, quando esce di là, dai campi, arriva a sera a casa sua, lo ha spossato il viaggio”.
(Papiro Sallier II, 6,8)

Work: the field labourer

The field labourer complains eternally his voice rises higher than the birds, with his fingers turned into sores, from carrying overloads of produce (?). He is too exhausted to report for marsh work, and has to exist in rags. His health is the health on new lands; sickness is his reward. His state work there is whatever they have forgotten. If he can ever escape from there, he reaches his home in utter poverty, downtrodden too much to walk.
(Papiro Sallier II, 6,8)

Mestieri: Scultore

“Non ho visto lo scultore inviato come messaggero”
(Papiro Sallier II, 4,6)

Work: the sculptor

I never saw a sculptor sent on an errand.
(Papiro Sallier II, 4,6)

Mestieri: Tagliapietre

Il tagliapietre fa incisioni con lo scalpello su pietre dure di ogni tipo: quando ha inciso un cubito di tracciato, le sue braccia non funzionano ed è stanco; quando deve star seduto per il pane quotidiano, sono doloranti le sue ginocchia e la sua schiena.
(Papiro Sallier II, 5,1)

Work: stone cutter

The stone cutter carves hard stones of all kinds. After carving a cubit’s length, his arms are limp and he is tired. When he sits to eat his daily bread his knees and back ache.
(Papiro Sallier II, 5,1)

Mestieri: Scriba

Leggi alla fine della Kemyt e troverai la frase
“Quanto allo scriba in ogni suo incarico alla Residenza, sarà sempre soddisfatto, non uscirà dal benessere”....
Lo scriba ha appena cominciato a crescere, è ancora un bambino, e già lo salutano, lo si manda come messaggero, e non deve mettere l’abito da lavoro”....
“Ecco, non esiste un mestiere senza che qualcuno dia ordini, eccetto quello di scriba, perché è lui che comanda...
La Renenet (sorta di dea dell’abbondanza) di uno scriba è sulle sue spalle dal giorno della nascita”
(Papiro Sallier II, 4,3-4,4)

Work: the scribe

Read the end of the Kemyt and you will find the utterance: “As to the scribe at whatever post in Town, he will always be satisfied, he will never lose his affluency...
Barely grown, still a child, the scribe is greeted and sent on errands, and does not need to don working clothes...”
“Lo, there is no trade without a boss, except for the scribe, because he is the boss... the Renenet (a goddess of abundance) of a scribe is on his shoulders since the day he is born.”
(Papiro Sallier II, 4,3-4,4).


LINGUA

Gli studiosi hanno individuato le seguenti fasi nell’evoluzione della lingua egiziana:

ANTICO EGIZIANO

la lingua dell’Antico Regno, in cui furono redatti in particolare i “Testi delle Piramidi” nel corso della V e VI dinastia.

MEDIO EGIZIANO

la lingua letteraria “classica”, usata dal 2100 a.C. circa. Non era già più parlata nel Nuovo Regno (1550-1069 a.C.), ma restò in uso come lingua scritta per tutta la storia egiziana.

NEO-EGIZIANO

lingua parlata dal 1600 al 650 a.C. circa; compare per la prima volta nei testi scritti nella XVIII dinastia (regno di Akhenaten, intorno al 1350 a.C.) e da allora si affianca come lingua scritta al medio egiziano.

DEMOTICO

dal greco demotikos ‘popolare’, oltre che una scrittura indica anche uno stadio della lingua egiziana (650 a.C. in poi).

COPTO

(sec. III d.C. - sec.XI d.C.) dall’arabo Qubt, a sua volta derivato dal greco Aigyptos ‘Egitto’: ultima fase della lingua egiziana, scritta con caratteri greci e raggiunta di alcuni segni presi in prestito dal demotico, è attestata come lingua dei cristiani d’Egitto.

LANGUAGE

Scholars distinguish the following phases in the evolution of the Egyptian language:

Old Egyptian

the language of the Old Kingdom, used most notably in the “Pyramid Texts” in the course of the Fifth and Sixth Dynasty.

Middle Egyptian

the “classical” literary language, used from ca. 2100 BC onward: by the New Kingdom (1550-1069 BC) it was no longer spoken, but it nevertheless remained in use as the written language in official and religious texts throughout Egyptian history.

Late Egyptian

the spoken language from approximately 1600 to 650 BC: it first appears in writing in the Eighteenth Dynasty (reign of Akhenaten, about 1350 BC), and is henceforth used as the written language alongside Middle Egyptian.

Demotic

from the Greek demotikos, “of the people”: a stage in the history of the Egyptian language (from 650 BC onward) as well as a writing system.

Coptic

(3rd century BC-11th century AD), from the Arabic Qubt, in its turn derived from Aigyptos, “Egypt”: the last stage in the history of the Egyptian language, documented by texts in the like-named writing system.


Scrittura

La formazione dello stato egiziano antico va di pari passo con la nascita della scrittura, strumento essenziale per la registrazione (elenchi di personale, contabilità di tributi e offerte, ecc.), la comunicazione a distanza (lettere) e la propaganda (iscrizioni monumentali). Le grafie utilizzate erano:

GEROGLIFICA

dal greco hieros e glypho lettere sacre incise, e dall’egiziano mdw-ntr, parole del dio, quindi sacre, principalmente utilizzata su monumenti per usi ufficiali e/o religiosi. In uso da prima del 3000 a.C. fino almeno al 394 d.C. (ultima iscrizione datata sopravvissuta).

IERATICA

dal greco hieratika ‘sacerdotale’, scrittura corsiva usata dagli scribi, contemporaneamente al geroglifico, su papiri ed ostraka.

DEMOTICO

scrittura corsiva che dal 650 a.C. e fino almeno al V secolo d.C. diventa la principale scrittura corsiva, mentre l’uso dello ieratico si restringe a testi religiosi e medici.

I SEGNI DELLA SCRITTURA EGIZIANA

L’egiziano comprende, oltre ai “monolitteri” (geroglifici che indicano un solo suono) usati convenzionalmente dagli studiosi come alfabeto, anche geroglifici “bilitteri” e “trilitteri’’.

WRITING

The formation of the ancient Egyptian state went hand in hand with the birth of writing, an essential system for recording (personnel lists, accounts of taxes and offerings, etc.), long-distance communication (letters) and propaganda (monumental inscriptions). The scripts used by the Egyptians were:

Hieroglyphic

from the Greek hieros and glyphos, “sacred carvings,” in Egyptian medunetjer, “god’s words,” mainly written on monuments for official and/or religious purposes. It was used from 3000 BC until at least AD 394, the date of the last surviving dated hieroglyphic inscription.

Hieratic

from the Greek hieratika, “priestly,” cursive writing used by scribes at the same time as hieroglyphic to write on papyri or ostraca (pottery sherds or chips of limestone used as writing media instead of papyrus, which was expensive).

Demotic

from 650 BC onward the principal cursive writing, while the use of hieratic was henceforth restricted to religious and medical texts. It was used until at least as late as the fifth century AD.

Monoliteral signs

Egyptian writing includes, besides monoliteral (single-consonant) hieroglyphs — conventionally used by scholars as an alphabet — “biliteral” and “triliteral” signs.

ESEMPI Dl SEGNI BILITTERI - Examples of biliteral signs include

CUORE - THE HEART jb...............j

LEPRE - THE HARE ........wn.............wn

ZAPPA - THE HOE.......... mr.............r

ESEMPI DI SEGNI TRILITTERI - Examples of triliteral signs include

POGGIATESTA - THE HEADREST...... wrs..... wr

PAPIRO - THE PAPYRUS wAT......w3d

SCARABEO - THE SCARAB .............xpr.........?pr

La scrittura poteva essere disposta in righe oppure in colonne e il testo poteva essere orientato da destra verso sinistra o viceversa. Per individuare il senso della lettura basta iniziare dalla direzione in cui sono rivolti i segni raffiguranti essere viventi (animali o persone).

The text could be arranged in lines or columns reading from right to left or vice versa. The reading begins on the side towards which the signs showing living beings (animals or people) are facing.

Istruzione

Nell’Egitto antico la scuola aveva un notevole ruolo nella formazione delle future classi amministrative. Nel Nuovo Regno era di solito annessa ai templi più importanti e i piccoli allievi vi entravano sin dall’età di sei anni per apprendere la lingua e la scrittura, in particolare attraverso i sebayt ‘insegnamenti’, testi didattici consistenti in consigli etici e aforismi che divennero un vero e proprio genere letterario. L’Insegnamento di Khety risalente probabilmente al Medio Regno (2055-1650 a.C.), noto anche come “Satira dei mestieri”, divenne fondamentale nelle scuole frequentate dai giovani scribi e fu copiato su moltissimi papiri e ostraka nelle epoche successive insieme alla Kemyt. Il Papiro Sallier II, dal nome del collezionista, contiene la copia più completa della Satira, in geroglifico corsivo (British Museum).

In egiziano antico la parola per “scriba” era sesh: si scriveva con la tavolozza da scriba e il “determinativo” dell’uomo seduto. (1)

Il verbo “scrivere”, invece, sempre pronunciato sesh, si scriveva con la tavolozza e il determinativo del papiro, simbolo dell’astratto. (2)

Il determinativo è un segno, posto alla fine della parola, che non si legge ma precisa il significato della parola stessa, aiutando anche a distinguere fra parole con la stessa pronuncia.

Education

In ancient Egypt, school was important for the education of the future administrative classes. In the New Kingdom, schools were usually annexed to major temples. Children would go there starting from the age of six to learn language and writing, especially through sebayt (“teachings”). These were didactic texts consisting of ethical advice and aphorisms, which became a true literary genre. The Teaching of Khety, for example - probably dating from the Middle Kingdom (2055-1650 BC) - also known as the “Satire of Trades,” became a key text in the schools attended by young scribes, and as such was copied on a great many papyri and ostraka in later periods, along with another teaching entitled Kemyt.

Papyrus Sallier II - named after the collector who first acquired it, and presently in the British Museum - carries the most complete copy of the Satire, in the hieratic script (a cursive form of hieroglyphic).

In ancient Egyptian, the word for “scribe” was sesh. It was written with a scribe’s palette and “determinative” showing a seated man (1). The verb “to write,” also pronounced sesh, was written with the same palette, but with the determinative of the papyrus, the symbol of abstract things (2). A determinative is a sign that is placed at the end of words and which is not read, but clarifies the meaning of the word, also helping to distinguish between words written with the same phonetic hieroglyphs (sound-signs).

Orientalizzante

I siti campani della cultura detta “delle tombe a fossa”, databili tra la metà dell’VIII secolo a. C. e la metà del VII secolo a. C., hanno restituito nei corredi funerari prodotti di importazione che hanno rivelato un intenso scambio tra i popoli del Vicino Oriente e il Mediterraneo occidentale.

Nelle necropoli di Ischia (Pithecusa), Cuma, Acerra (Suessula), Maddaloni (Calatia), Capua, S. Marzano, Striano, Vico Equense, Pontecagnano, Paestum verso sud, e più all’interno, in punti focali per i traffici verso l’Appennino e la Puglia: Alife e Montesarchio, ricorrono oltre alla ceramica di importazione, anche scarabei e altri amuleti egiziani ed egittizzanti, solitamente in faïence ma anche in pietre dure quali steatite, cornalina, ematite, calcare, diaspro.

La loro presenza in questi contesti era legata ai rituali funerari e aveva implicazioni religiose e apotropaiche veicolate dagli stessi oggetti. Gli studi dei materiali presenti nelle varie necropoli e l’intensa diffusione di questi reperti attestano una fitta rete di traffici nel Mediterraneo tra Egitto, Vicino Oriente, Grecia, Creta, Rodi, Sicilia, Campania, Sardegna ed Etruria.

I reperti egiziani o egittizzanti comprendono amuleti raffiguranti divinità egiziane, come Bes e Ptah-Pateco naniformi, Bastet a testa di gatta, Toeris la dea ippopotamo, Thot a testa di ibis, muniti di foro passante e composti in collanine insieme a vaghi di varie forme, scarabei e scaraboidi, e, più raramente, vasi e uscebti.

The Orientalizing period

In the Campanian sites of the so-called “fossa-tomb culture, “datable between the mid-eighth and mid-seventh century BC, grave-goods include imported products revealing intense exchanges between the peoples of the Near East and those of the western Mediterranean.

Graves in cemeteries in Ischia (Pithecusa), Cumae, Acerra (Suessula), Maddaloni (Calatia), Capua, the Sarno Valley, S. Marzano, Striano, Vico Equense, Pontecagnano, Paestum further south and, more inland, Alife and Montesarchio -important nodes in the trade with the Apennines and Puglia -, have yielded scarabs and other Egyptian and Egyptianizing amulets - usually of faience but sometimes also of hard stones such as steatite, carnelian, hematite, limestone, and Jasper - associated with imported ware.

Their occurrence in these contexts is related to burial rites, and had religious and apotropaic implications that were imported along with the objects themselves. Studies of the grave-goods from these cemeteries and the broad dissemination of these artifacts attest to a dense trading network in the Mediterranean involving Egypt, the Near East, Greece, Crete, Rhodes Sicily, Campania, Sardinia, and Etruria.

These Egyptian and Egyptianizing finds include amulets picturing Egyptian deities such as the dwarf-shaped Bes and Ptah-Patek, the cat-headed Bastet, the hippo-headed Thoeris, and the ibis-headed Thoth, fitted with suspension holes and arranged in necklaces along with variously shaped beads; scarabs and scaraboids; and, more rarely, vases or shabtis.

Egitto Lazio

Naturalmente la diffusione di culti e immagini egiziane nell'Occidente romano interessò anche la capitale e i centri ad essa vicini. A Roma furono costruiti templi per Iside e Serapide. Ottaviano, conquistato l'Egitto, fece trasportare alla Città Eterna diversi obelischi come testimoni perenni della sua potenza, e altri ancora furono eretti dai suoi successori.

Il frammento di obelisco presente in sala, appartenente alla collezione Borgia, fu eretto per l'imperatore da un notabile di nome Titus Sextius Africanus. Fu rinvenuto a Palestrina (Praeneste) dove era un importante santuario dedicato alla Fortuna Primigenia, dea associata a Iside. Lo stesso dedicante ne eresse uno molto simile a Roma, oggi al Museo di Arte Egiziana di Monaco.

Sempre dalla collezione Borgia sono esposti in vetrina alcune anse plastiche di lucerna, una sima, e due frammenti di lastre Campana di età augustea rinvenute nel Lazio.

Egypt and Latium

Of course the spread of Egyptian cults and images in the Roman West also involved the capital and its neighboring towns. In Rome, temples were built for Isis and Serapis. Octavian, after conquering Egypt, had several obelisks brought to the Eternal City as permanent testimonies of his power, and others still were erected by his successors.

The obelisk fragment in this room, which belonged to the Borgia collection, was erected for the emperor by a nobleman called Titus Sextius Africanus. It was found in Palestrina (Praeneste), where an important sanctuary of Fortuna-Isis stood. Africanus erected its twin in Rome; this second obelisk is presently in the Museum of Egyptian Art in Munich.

Other artifacts found in Latium, also from the Borgia collection, are on display in the showcase. They include some figured lamp handles, a sima, and two fragments of Campana slabs of the Augustan age.

Egitto e Campania

I culti di divinità egiziane si diffusero in Campania sin dal II secolo a.C.. Le divinità più attestate sono Iside, Arpocrate, Anubi e Serapide (rielaborazione tolemaica del dio Osiride-Api adorato a Menfi), Bes e Ptah-Pateco. Fra i siti che hanno restituito materiali egiziani o egittizzanti vi sono Pozzuoli, Cuma, Napoli dove esisteva un intero quartiere denominato Regio Nilensis, Ercolano, Pompei, Stabia, Capri, Sorrento e, nella Campania interna, Benevento.

I templi noti dedicati agli dei egiziani sono l'Iseo di Pompei, unico ben conservato, quello di Benevento con numerose statue, forse quello di Cuma, e il Serapeo di Pozzuoli ricordato da una iscrizione del 105 a.C.

Egypt and Campania

The cult of Egyptian gods spread in Campania from the second century BC onward. The most commonly attested deities are Isis, Harpocrates, Anubis, Serapis (a Ptolemaic reinterpretation of the god Osiris-Apis, worshiped in Memphis), Bes and Ptah-Pataikos.

Sites that have yielded Egyptian or Egyptianizing materials include Puteoli, Cumae, Naples (which had a neighborhood called Regio Nilensis), Herculaneum, Pompeii, Stabiae, Capri, Sorrento and, in inner Campania, Benevento.

The known temples dedicated to Egyptian gods include the Iseum in Pompeii — the only well-preserved one — that of Benevento, with its many statues, possibly that of Cumae, and the Serapeum of Puteoli, mentioned in an inscription of 105 BC.

Fotografie di Giorgio Manusakis